Un business sostenibile per costruire il futuro
Servizi Italia
13/04/2021
People
Il piano di rilancio dello sviluppo del Paese per fronteggiare la crisi impone un cambiamento importante nelle imprese italiane, nella direzione della costruzione di un business sostenibile.
Foto dettaglio Insight Servizi Italia

Servizi Italia è un’azienda che opera da 35 anni sul mercato italiano. Nel corso del tempo è passata da semplice lavanderia industriale in ambito sanitario a vero e proprio partner della sanità per la fornitura di servizi integrati. Servizi Italia si occupa di lavaggio e noleggio di lenzuola e divise per strutture ospedaliere, sterilizzazione di tessili e strumenti chirurgici per la sala operatoria, così come di fornitura di dispositivi medici.

Dal 2007 siamo quotati sul segmento STAR di Borsa Italiana e, a seguito della quotazione, abbiamo avviato un processo di internazionalizzazione che ha visto l’esportazione del nostro modello di business in diverse aree del mondo.

La lavanderia industriale, così come i servizi di sterilizzazione, sono attività particolarmente impattanti dal punto di vista energetico, che richiedono particolare attenzione ed efficienza. L’impegno aziendale nei confronti dei temi legati al risparmio energetico iniziò nel 2010 quando, su base volontaria, venne presentato il primo bilancio di sostenibilità. Di fatto, da quel momento in poi, tutti i nostri successivi piani di sviluppo sono stati elaborati e adottati in coerenza con gli aspetti e gli obiettivi di sviluppo sostenibile, che hanno guidato la nostra responsabilità di impresa nell’ultimo decennio.

Il nostro business ha caratteristiche particolarmente energivore e per questa ragione le tematiche ambientali richiedono particolare attenzione e sensibilità, tenendo in considerazione anche i processi innovativi. All’interno del ciclo produttivo esistono fasi particolarmente critiche, come i cicli di lavaggio o la produzione del vapore, sulle quali lavoriamo costantemente per migliorarne l’efficienza e ridurne l’impatto ambientale. Sotto questo punto di vista, i nostri piani includono quindi obiettivi importanti in termini di intervento sull’impatto ambientale, come ad esempio cogenerazionesistemi di illuminazione e in generale in tutte le attività finalizzate al contenimento dei consumi energetici. Tra il 2019 e il 2020, nonostante l’impatto della pandemia, abbiamo comunque ridotto del 4% i nostri consumi; abbiamo ottenuto certificazioni importanti sul piano energetico, come la 50001 e le registrazioni EMAS, e  abbiamo lavorato molto sulle certificazioni di prodotto, analizzando il ciclo di vita dei nostri tessuti riutilizzabili e valutandone l’impatto ambientale.

La maggior parte dei materiali che utilizziamo, sia che vada in corsia di ospedale o in sala operatoria, è riutilizzabile e la riutilizzabilità rappresenta in qualche modo il tema centrale della nostra attività.

Per il futuro, Servizi Italia si pone nuovi importanti obiettivi per quanto riguarda le certificazioni; stiamo lavorando con grande impegno per l’ottenimento della certificazione ISO 14046, ovvero la Carbon Water Footprint, e continueremo con le valutazioni del ciclo di vita e la dichiarazione ambientale di prodotto (EPD) per  i tessili in cotone. Investiamo costantemente in strumenti ed impianti che consentono un continuo miglioramento dei risparmi energetici.

Il tema del riutilizzabile ci è particolarmente caro ed è, più in generale, di fondamentale importanza per tutto il settore cui apparteniamo e per la nostra associazione di categoria. Anche se negli ultimi anni la sfida su questo tema è stata in qualche modo persa, noi come azienda abbiamo continuato a crederci e continuiamo a crederci molto ancora oggi. Il mercato italiano ha visto negli ultimi anni un incremento molto forte dell’utilizzo di prodotti monouso, con tutte le conseguenze del caso. In parte le abbiamo viste nel corso del 2020, quando l’arrivo della pandemia ha provocato una scarsissima disponibilità di questo prodotto (dovuta al fatto che la produzione di questi prodotti avviene principalmente in distretti stranieri), con tutte le difficoltà conseguenti e di cui abbiamo sentito parlare largamente dagli organi di stampa.

Credo che, purtroppo, in questi anni, abbiamo perso una grande occasione perché di fatto il prodotto riutilizzabile, quello che noi proponiamo, è effettivamente un prodotto italiano, in grado quindi di contribuire in maniera diretta alla produzione del PIL nazionale. È un prodotto assolutamente riutilizzabile e che quindi non produce rifiuti. A questo riguardo, occorre tenere presente che – nel corso del 2020, per effetto della pandemia – A2A stima che siano state prodotte, in un solo anno, circa 200/300 mila tonnellate di rifiuti provenienti da materiale monouso; se si pensa che i due più grandi termovalorizzatori italiani sono in grado di smaltire 600/700 tonnellate/anno, si capisce velocemente che di fatto il 50% è occupato esclusivamente da questo tipo di prodotto.

Il tema della termovalorizzazione è sicuramente un tema centrale anche per noi, che cerchiamo di dare il nostro contributo promuovendo l’uso di prodotti riutilizzabili che, fra le altre cose, contribuiscono al circolo virtuoso dell’economia circolare, visto che – arrivati alla fine del loro ciclo di vita – possono essere impiegati per altri scopi.

Foto dettaglio Insight Servizi Italia

Il processo di internazionalizzazione di Servizi Italia è iniziato nel 2012, a seguito della quotazione in Borsa, ed è volto fondamentalmente ad esportare un modello di business. Sostenibilità significa anche ridurre le diseguaglianze e quindi, a nostro modo di vedere, significa esportare un modello che contribuisca al miglioramento delle prestazioni sanitarie nei paesi in cui operiamo; non lo facciamo per scelte fiscali o per opportunismo, ma per esportare un intero sistema etico e di valori. Il nostro obiettivo è contribuire, attraverso i nostri servizi, al miglioramento dei processi sanitari nei paesi che oggi stanno investendo in questi ambiti.

Servizi Italia, nella sua veste di fornitore e partner, si confronta quotidianamente con la Sanità italiana non solo per quanto riguarda l’operatività, ma anche in chiave prospettica, sia in termini di innovazione che di confronto, per la migliore definizione di quelle che sono le esigenze e le soluzioni che possiamo proporre. È importante avere obiettivi di sostenibilità condivisi e riconosciuti, anche dal punto di vista formale, da parte della pubblica amministrazione. È di fondamentale importanza dotarci di strumenti veramente efficaci per l’interlocuzione tra pubblico e privato e il confronto deve essere trasparente, sostanziale e libero da pregiudizi.

Per essere efficace, la transizione ecologica richiede importanti risorse finanziarie e quindi investimenti da parte di quelle imprese che vogliono intraprendere concretamente questo percorso. È necessario tutelare le imprese virtuose che investono nella corretta applicazione delle norme, siano esse cogenti o volontarie, e quindi capire come conciliare questo aspetto con i meccanismi di spesa pubblica che oggi sono regolati fondamentalmente da un sistema di gare che privilegiano sempre di più il prezzo rispetto alla qualità.

Questo è un tema fondamentale, che si lega necessariamente a quello che abbiamo detto finora: occorre trovare il giusto equilibrio. Per quello che riguarda il nostro settore – e in modo più generale il settore dei servizi – il giusto equilibrio può essere trovato cercando di capire come poter favorire la concentrazione delle imprese, ossia la creazione di grandi player nazionali, soggetti che siano in grado di competere allo stesso livello dei grandi competitor stranieri, che vediamo oggi affacciarci nostri mercati. Da una parte, fare sistema fra funzione pubblica e imprese favorirebbe maggiori economie di scala per investire in processi virtuosi ed ecologicamente compatibili, mentre dall’altra permetterebbe di generare quell’efficienza volta a garantire condizioni di prezzo compatibili con equilibrate esigenze di risparmio della Pubblica Amministrazione, quindi non tagli lineari.

L’auspicata riforma del Codice Appalti e la semplificazione delle procedure burocratiche determinerà sicuramente le condizioni di una più ampia competizione sul mercato derivante dall’ingresso dei grandi competitor stranieri, oggi restii ad entrare nel nostro mercato per gli eccessivi vincoli burocratici, i tempi di attraversamento delle gare e per l’incertezza dovuta ai tempi della giustizia.

Come Servizi Italia, anche noi stiamo registrando tempi di attraversamento degli appalti mediamente di due anni, due anni e mezzo, che includono anche i meccanismi della giustizia (come ricorsi ecc.) e tempistiche legate alla giustizia amministrativa; quindi, il processo di semplificazione del sistema di appalti deve andare avanti assolutamente, velocemente, ma allo stesso tempo deve procedere di pari passo con lo sviluppo della dimensione di impresa, al fine di evitare il vassallaggio del nostro sistema imprenditoriale verso i grandi gruppi stranieri e favorire le condizioni per una competitività più efficace nel mercato a beneficio di tutti e soprattutto della collettività.

Quali proposte si possono mettere sul tavolo?

Sicuramente la disponibilità di fondi che verrà dal Next Generation Ue rappresenterà un’opportunità veramente importante. In questo senso sarà utile:

  • investire e porre risorse per favorire la transizione ecologica che comunque muove da questi presupposti;
  • destinare fondi al finanziamento di operazioni di aggregazione di imprese nelle diverse forme (fusioni, incorporazioni, fusioni consortili ecc.), anche col supporto di sistemi di garanzia pubblici, come la cassa depositi e prestiti;
  • lavorare alle agevolazioni fiscali sui processi di aggregazione sulla scorta di quanto avvenuto recentemente per la liquidazione delle perdite fiscali;
  • ripensare, nell’ambito del codice, il meccanismo della regolazione dei sub-appalti al fine di mantenere vivo quel tessuto di PMI che alimenta l’innovazione e lo sviluppo di tecnologie di nicchia che fanno parte del nostro Paese. Ancora oggi si vede che il subappalto è regolamentato in termini quantitativi e non qualitativi; quindi se da una parte il tessuto di piccole e medie imprese italiane va preservato, allo stesso tempo dobbiamo trovare lo strumento anche per creare player nazionali che in qualche modo riescano a difendere il nostro mercato e ad affacciarsi sui mercati esteri con la necessaria forza. Similmente, il sistema degli appalti dovrà pensare ad una premialità diversa, favorendo i subappalti per le forniture di nicchia e ad alto valore aggiunto.

Questa può essere un’idea, è chiaro che sarà interamente da sviluppare, ma credo che tavoli come questo siano sicuramente elementi che possono stimolare anche a mettere a terra effettivamente questi elementi.”

Qui potete trovare La registrazione integrale dell’evento: https://www.youtube.com/embed/hsiHtzmuXFE

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