Ogni anno in Italia i numeri sugli infortuni sul lavoro fanno davvero rabbrividire. Nel 2019 sono stati ben 641.638 (fonte: “Infortuni sul lavoro e malattie professionali: dati INAIL dell’anno 2019”), un’enormità se si pensa che il nostro Paese ha normative molto stringenti in materia di prevenzione e protezione.
Ricapitolando, il Regolamento UE 2016/425 identifica tre diverse categorie di DPI, in relazione all’entità del rischio che sono chiamati a prevenire. Una distinzione di non poca importanza, se si pensa che la procedura di valutazione della conformità di quelli di prima categoria (rischi minimi) si svolge attraverso una semplice autocertificazione, mentre per quelli di seconda (rischi specifici) e terza categoria (danni irreversibili e rischio di morte) serve la certificazione di un ente esterno.
Non solo, queste ultime due categorie devono essere accompagnate, tra le altre cose, anche da una Nota Informativa contenente indicazioni dettagliate sull’utilizzo, sulla manutenzione e sullo stoccaggio.