La manutenzione dei dispositivi tessili di protezione individuale: normativa e obblighi
Servizi Italia
23/06/2020
Sterilizzazione tessili
Come garantire che DPI e abbigliamento multi protezione restino sempre efficienti nel tempo, scongiurando brutte sorprese? Ecco tutto quello che serve sapere.
Foto dettaglio Insight Servizi Italia

Ogni anno in Italia i numeri sugli infortuni sul lavoro fanno davvero rabbrividire. Nel 2019 sono stati ben 641.638 (fonte: “Infortuni sul lavoro e malattie professionali: dati INAIL dell’anno 2019”), un’enormità se si pensa che il nostro Paese ha normative molto stringenti in materia di prevenzione e protezione.

Nei precedenti articoli di questo blog abbiamo lungamente parlato dell’importanza dei Dispositivi di Protezione Individuale per tutelare la salute dei lavoratori, facendo riferimento alle normative che ne impongono l’uso e definiscono le caratteristiche.

Ricapitolando, il Regolamento UE 2016/425 identifica tre diverse categorie di DPI, in relazione all’entità del rischio che sono chiamati a prevenire. Una distinzione di non poca importanza, se si pensa che la procedura di valutazione della conformità di quelli di prima categoria (rischi minimi) si svolge attraverso una semplice autocertificazione, mentre per quelli di seconda (rischi specifici) e terza categoria (danni irreversibili e rischio di morte) serve la certificazione di un ente esterno.

Non solo, queste ultime due categorie devono essere accompagnate, tra le altre cose, anche da una Nota Informativa contenente indicazioni dettagliate sull’utilizzo, sulla manutenzione e sullo stoccaggio.

L’importanza di una corretta manutenzione dei DPI

Sul lavaggio e la manutenzione dei Dispositivi di Protezione Individuale la legge è chiara: il datore di lavoro è responsabile, oltre che della corretta valutazione dei rischi e della scelta dei DPI idonei, anche del loro mantenimento in efficienza e in condizioni di massima igiene.

Ma, per farlo, deve ricorrere a un servizio di lavanderia industriale, specializzato nella gestione degli indumenti da lavoro. Infatti, tutto il processo di ripristino igienico, manutenzione e controllo deve essere convalidato da un ente certificato che verificherà:

  • che il metodo di lavaggio adottato determini una riduzione del livello di biocontaminazione entro i limiti previsti dalla normativa specifica;
  • che tutte le operazioni eseguite mantengano inalterate le caratteristiche tecniche specifiche di ogni DPI così come previste dalle normative specifiche (ad esempio EN1149 per le proprietà antistatiche, EN11612 per le proprietà ignifughe, EN13034 per le proprietà antiacido ecc.);
  • che le procedure adottate per il controllo strumentale dei parametri specifici dei DPI siano riproducibili ed eseguite con apparecchiature regolarmente tarate e mantenute.
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Quante volte può essere lavato un DPI tessile?

Salvo specifiche indicazioni del produttore, contenute nella Nota Informativa che lo accompagna, il numero massimo di cicli di trattamento per un Dispositivo Tessile di Protezione Individuale è 5.

Questo significa che, al di sopra di questo numero di lavaggi, le sue prestazioni non sono garantite e, dunque, il dispositivo va controllato e, se non conforme, riparato o scartato.

Ma come dovranno essere eseguite le operazioni di lavaggio e decontaminazione? Il produttore è tenuto a fornire tutte le indicazioni nella fondamentale Nota Informativa, specificando tra le altre cose:

  • le operazioni preliminari da compiere prima del lavaggio (ad esempio la necessità di rimuovere le componenti più delicate);
  • la temperatura e il metodo di lavaggio e asciugatura;
  • il tipo e la concentrazione di detergenti e di altri additivi da utilizzare.

Insomma, niente è lasciato al caso! In particolare, su quest’ultimo punto le linee guida internazionali SUCAM (Selection, use, care and maintenance), alle quali fanno riferimento i produttori di DPI tessili, sono particolarmente rigide: sono ammessi, infatti, solo prodotti le cui caratteristiche non cancerogene e antiallergiche siano testate e certificate.

Bottoni, orli, rammendi sui DPI tessili: che fare?

Perfino sulle più piccole operazioni di manutenzione dei DPI tessili le indicazioni SUCAM sono davvero molto precise e dettagliate: il produttore, infatti, dovrà dare, sempre attraverso la Nota Informativa, informazioni dettagliate su quali siano quelle ammesse, chi sia la persona incaricata di eseguirle e quali ricambi possano essere eventualmente utilizzati.

Bottoni e cerniere lampo sì, insomma, ma scelte con cura, perché devono avere le caratteristiche indicate dal produttore del dispositivo, così da non comprometterne l’efficacia con la riparazione. Non solo! Le persone incaricate di queste riparazioni dovranno essere opportunamente formate secondo le indicazioni del produttore.

Per intenderci, le riparazioni di un DPI tessile ignifugo dovranno essere eseguite con un filato con le stesse caratteristiche di protezione da fiamme e calore dell’indumento riparato. Allo stesso modo, i rattoppi dovranno avvenire con il medesimo tessuto di cui è costituito il dispositivo e la riparazione dovrà essere certificata a dimostrazione del fatto che non è andata a comprometterne l’efficacia protettiva.

DPI tessili: meglio acquistare o noleggiare?

Va da sé che i costi e l’impegno per un’azienda siano decisamente rilevanti, poiché all’onere della selezione e dell’acquisto dei dispositivi più idonei si aggiunge quello dell’identificazione di un servizio professionale e certificato per la loro manutenzione.

Per questo, la scelta di un servizio di noleggio può essere una valida alternativa, che comporta una serie di vantaggi non trascurabili:

  • migliore controllo dei costi con il pagamento di un canone mensile onnicomprensivo;
  • alleggerimento di responsabilità del management aziendale, grazie alla gestione professionale e specializzata del processo;
  • maggiore efficacia nelle operazioni di lavaggio e ripristino, con garanzia assoluta di mantenimento delle prestazioni di protezione;
  • riparazioni, manipolazioni e rammendi eseguiti nel rispetto delle linee guida SUCAM utilizzando materiali di medesime prestazioni certificate dell’originale.

Il servizio lavanolo di DPI tessili di Servizi Italia

Da molti anni le lavanderie industriali del Gruppo Servizi Italia si dedicano alla pulizia, igienizzazione, manutenzione e ripristino dei tessili utilizzati in un settore delicato e complesso come quello delle strutture sanitarie e ospedaliere.

La stessa cura, la stessa competenza specifica e la stessa meticolosa attenzione la dedichiamo oggi anche alla gestione dei DPI tessili per l’industria, ricercando con costanza soluzioni innovative che consentano una migliore efficienza del processo e un contenimento dei costi.

Recentemente, ad esempio, abbiamo sviluppato un processo di ripristino delle caratteristiche antiacido, ottenendo un attestato di conformità da un laboratorio accreditato. Grazie a uno speciale additivo siamo in grado, infatti, di riportare gli indumenti DPI N13034 alla massima efficienza di protezione contro gli schizzi da sostanze chimiche, consentendone l’utilizzo anche al di là dei 5 cicli canonici di lavaggio stabiliti per legge.

Ricerca e sviluppo, esperienza, infrastrutture: sono questi i nostri punti di forza, le ragioni per cui il lavanolo di Servizi Italia è garanzia di qualità e affidabilità, tanto nella sanità come nell’industria.

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